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Quasi un diario

8 gennaio 2012

Tempo di merda oggi a Londra. Freddo e grigio.

Almeno non piove.

Nei giorni scorsi avrei voluto scrivere un riassunto delle vacanze natalizie, ma sono stato assorbito in un buco dello spazio-tempo. Avrei voluto anche fare tante altre cose. Che palle, bisogna sempre sforbiciare tra tutto quello che si vorrebbe fare. Vabbeh, in un certo senso, e’ il senso della vita. Banale.

Volevo anche parlare degli strani sogni di questa notte, ma poi no, lascio la curiosita’ nel lettore, anzi nella lettrice, e poi mi chiedera’ e poi io non mi ricordero’.

Cmq la cosa strana di uno dei sogni di questa notte e’ che si univa un collega di adesso (R.) con una intervistatrice (Ag.) del MeDeC di Bologna che An. sosteneva che mi veniva a dietro. Beh, fatto sta che nel sogno R. e Ag. stavano assieme e dovevamo andare in un posto imprecisato in auto, tipo una vacanza estiva ma non proprio.

Mah.

Riassunto delle vacanze natalizie?

Ho scritto il nome sulla tomba di Francesco. E’ semplicemente una croce di legno temporanea, ma i tizi delle pompe funebri non avevano messo nulla, e mi dava fastidio che fosse una innominata.

C’e’ stata qualche telefonata e qualche mancata telefonata, la vigilia e Natale. Un po’ di Carpanella. Un tramonto nella cucina di Romano e Luisa, a parlare del vaccamadosca e a vedere quanto aspettano per accendere la luce dopo che il sole e’ dato giu’.

Un po’ di via Farini e borgo Giacomo.

Il mitico Franz con il suo cappello da vichingo e le sue pizze.

L’ultimo e la sciata ad Asiago.

E poi Amelie. Di cui ammetto mi sono discretamente innamorato di amore di zio.