Ovviamente qui non la meno tanto ai lettori di questo blog, che so essere persone altamente liberali, però almeno un punto per farle pensare, e pensare agli altri, che liberali non sono o che lo sono un pò meno.
Vi invito alla letura di questo articolo pubblicato su Repubblica, dove si raccontano diversi episodi di razzismo nei confronti dell’autore.
Punto 1
Personalmente, ho un episodio che mi si è incastrato nella memoria, per il profondo senso di vergogna che ho provato in quella situazione.
Mi trovavo a Sept-Iles, cittadina sperduta nel nord del Quebec, quando, parlando con una persona dalla carnagione lievemente bruna, gli ho chiesto “E tu da dove vieni?”. Lui mi rispose “Io, sono quebecchese”. Ora, in realtà, potrebbe essere una domanda-risposta del tutto neutra e normale, dato tra l’altro che ci trovavamo in un ostello dove è possibili incontrare persone da tutto il mondo.
Però, solo il fatto che io avevo dato per scontato che lui non fosse nato in Quebec mi ha fatto sentire un profondo senso di disagio, nei confronti dei miei pregiudizi. Come quella volta che, Erasmus in Belgio nel 1997, fui colpito da un tipo delle Fiandre, apparentemente di origine nordafricana ma che parlava fiammingo “come un fiammingo”.
Come quella volta, nel 1998, che in una fabbrica di impacchettamento polli di Correggio incontrai una tipa, i cui genitori erano di Capo Verde e che aveva la pelle scura, che parlava reggiano stretto.
Da queste esperienze ho imparato ad approcciare le persone con mente più aperta, e a chiedere quasi sempre “ma tu da dove vieni?” o “di dove sei originario?” stando pronto ad avere una risposta qualsiasi, da Washington DC alle Mauritius. Non è difficile, dopotutto, ma io ci sono arrivato dopo una serie di esperienze ed armato della mia sensibilità. Non posso immaginare che tutti possano essere capaci di una cosa simile. E, importante, usare sempre il “Lei”.
Punto 2
Poi, perlomeno leggendo l’articolo citato, ci sarebbero altre cose su cui menarla.
Ad esempio, perché dobbiamo portare rispetto ad un cittadino dalla pelle scura solo perché è italiano? Cioè se invece di “italiano” è “extracomunitario” allora abbiamo il diritto di dagli del tu e di mandarlo affanculo?
E’ uno dei sottointesi dell’articolo.
Punto 3
In questo momento, tutta l’Europa è attraversata in modo forte dal tema delle identità nazionali.
La crisi economica è un evidente presupposto per tutto ciò.
Nel Regno Unito il partito di ispirazione nazista British National Party ha un consenso straordinario tra la popolazione. Solo il sistema elettorale maggioritario di collegio impedirà a questo partito di avere una forte rappresentanza politica nel nuovo parlamento che verrà eletto a primavera 2010. E il partito Conservatore ha lasciato il gruppo europeo dei partiti popolari, al parlamento europeo, per formare un altro gruppo parlamentare con partiti di ispirazione chiaramente razzista.
In Svizzera, dopo il divieto di costruzione di minareti approvato dalla popolazione, nuovi refrendum restrittivi verso la presenza di stranieri non Europei sono in lista d’attesa.
In Francia è vivo più che mai il dibattito sull’identità nazionale (concetto a cui è addirituttura dedicato un ministero) e sull’islam.
Eccetera.
Purtroppo non ho grandi notizie dall’Italia, a parte gli interventi descrittivi di Ilvo Diamanti su Repubblica e le dichiarazioni del Presidente della Camera, è difficile capire quale sia il punto del dibattito italiano sul concetto di identità nazionale e cittadinanza. Se qualcuno ne trova traccia mi faccia un fischio.