La vita è strana, si sa. A volte è una contraddizione. Stamattina ho trovato sulla Stampa.it un articolo della corrispondente da Cuba, un ex-blogger che si è guadagnata la ribalta internazionale per la sua posizione critica contro il regime dei fratelli Castro e la Cuba “revolucionaria”. Parla di Siria e di colera nell’est di Cuba e di come i media cubani distorcono le notizie. Ma a me interessa la Siria. Mi interessa vedere come le notizie possono essere capovolte svariate volte e come la realtà rimane a noi celata o per lo meno oscura. Per quanto riguarda l’occidente (quasi tutto), sappiamo che in Siria la libertà avanza. I piccoli focolai di rivolta nati in una parte del paese, benché sempre repressi nel sangue, sono diventati un incendio che si è allargato fino ad entrare nelle vie di Damasco. Si, va bene, però la vita è una contraddizione. E infatti un lettore come me che divaga nel web ha letto anche che i ribelli sono finanziati dall’estero (principalmente i paesi del Golfo), che alcune stragi del governo in realtà sono state compiute dai ribelli, che i ribelli si compongono anche (?) di fazioni integraliste islamiche (qualsiasi cosa voglia dire). Che la Turchia e l’occidente appoggiano moralmente (e basta?) i ribelli e che Russia e Cina pongono il veto all’UN quando si propongono risoluzioni più cattive nei confronti del regime di Damasco. Ma soprattutto la cosa che più saltava all’occhio è sempre stata che la ribellione veniva soffocata nel sangue. Il popolo veniva bombardato dal cielo, il popolo veniva bombardato da terra. Il popolo veniva massacrato. Tutto ciò trapelava dai siriani all’estero e da fonti vicine ai ribelli. Ovviamente il regime negava le proprie esclusive responsabilità, indicando tutto ciò che ho detto sopra riguardo le mie letture alternative. Quindi per noi occidentali le verità di Damasco sono falsità. La verità è quella dei ribelli. Improvvisamente la ribellione è alle porte di Damasco. Ok, la vita è una contraddizione, ma come ha fatto il popolo, con bastoni e forconi ad arrivare a Damasco? Deve essere stata una roba di massa, un fiume di gente contro il regime. Invece spuntano armi, tradimenti negli alti organi di stato, etc. Insomma i ribelli sono ben armati e sanno il fatto loro. Il ribelle non è un fornaio, è un guerrigliero addestrato e armato. E bene. Tenete presente che qui in Italia la Siria si conquistava le prime pagine solo con le “stragi governative”, finché la ribellione era popolare. Adesso che il popolo si è trasformato in guerrigliero per la libertà anche i morti del regime fanno notizia (positiva ovviamente).
Quindi, qui da noi, chi voleva vedere una rivoluzione stile Tunisia poteva, ma volendo si poteva intravedere anche una roba tipo Libia, adesso è abbastanza palese. Potenze straniere che giocano alla guerra sulla pelle della gente. A Cuba la verità è quella di Damasco. Quindi è falsa, ma non perché viene da Damasco, dal quel regime, ma perché raccontata dal regime cubano, come fu per la Libia. Già proprio come fu per la Libia. Solo che qui Russia e Cina non sono disposti a cedere ai bombardamenti come là e quindi il regime si trascina in agonia. Almeno noi risparmiamo le missioni di bombe e i siriani si risparmiai qualche morto in più, grazie a Russia e Cina. Quindi la prima legge dell’informazione dice che la notizia che passa per un regime viene falsificata, ma se poi passa anche da un altro regime (che quindi la ri-falsifica), diventa vera. é come al doppia negazione in inglese. Una doppia falsificazione è una verità, però prese singolarmente le falsificazioni singole inducono a non credere in ciò che si legge o vede in Tv.
Ovviamente noi comuni mortali rimaniamo col dubbio.
giusto per non smentire: due attivisti siriani chiedono al governo USA di impegnarsi di più (http://www.linkiesta.it/assad-obama-fsa), era tanto semplice… bastava dirlo dall’inizio che era una guerra appoggiata dall’estero e che Assad aveva ragione e a questo punto mi viene da dire anche diritto a difendere il proprio paese da un aggressione esterna.